domenica 7 luglio 2013

C'ero tre volte.


C'era una volta, ma forse una volta non si sapeva. Forse erano due volte, o tre volte fa, C'era tre volte ed era un principe.
C'era tre volte era il suo nome, il nome del principe, una volta indossava un'armatura rossa, una volta un'armatura nera, una volta un'armatura blu. In tutto fanno tre volte e lo chiamavano C'era tre volte.
Quando indossava l'armatura rossa C'era tre volte si appassionava, inginocchiato sulla terra bagnata C'era tre volte ascoltava la luna, ogni tanto piangeva, poi giurava, poi amava, poi voleva, C'era tre volte voleva la luna.
Quando indossava l'armatura nera C'era tre volte diventava cattivo, a cavallo di un drago C'era tre volte scoppiava il sole per togliere luce alla luna, C'era tre volte inveiva, gridava, poi s'infilzava, c'era tre volte voleva la luna e l'ammazzava.
Quando indossava l'armatura blu C'era tre volte si nascondeva tra le onde del mare, fermo si lasciava cullare, C'era tre volte non c'era più, lui lo sapeva, andava giù, i raggi del sole non lo colpivano e lui scuro arruginiva. 
C'era una volta C'era tre volte, le sue armature splendevano, anche quella nera splendeva, la principessa sulla torre rimaneva abbagliata, C'era tre volte le tese una scala.
C'era tre volte era un principe, forse un cavaliere, forse un principe cavaliere ma anche un garzone, C'era tre volte e una volta era un principe, una volta un cavaliere una volta un garzone.
C'era tre volte aveva un foglio, su quel foglio ogni volta di tre scriveva una poesia, ogni poesia aveva tre righe, ogni riga tre parole, ogni parola aveva tre lettere, C'era tre volte scriveva tre volte al dì, ogni volta di tre.
C'era tre volte spezzò la sua penna, tagliò le ali al drago, distrusse la torre, scoppiò il sole, frantumò la luna, prosciugò il mare, poi si ammazzò. Tre volte.
Tre giorni dopo C'era tre volte risorse tre volte. 
"C'ero tre volte", si disse, "e tutte e tre ero sbagliato."


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